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Il padre (tipologie)


Il padre Ambra Angiolini. Eterodiretto, sempre dotato di auricolare e in costante contatto radio con la madre a casa, per l’aiutino. “La temperatura è scesa di due gradi… le metto il cappello?”, “Emma vorrebbe un gelato, non sarà un azzardo?”, “Emma chiede dell’acqua, quella del torello è potabile?”.

Il padre negazionista. La cacca per lui non esiste. Il figlio ha un’arma di distruzione di massa nel pannolino, ma lui preferisce ignorarla, anche se gli appare il nano da giardino che si tappa il naso e dice “puzza, puzza, che puzza”.

Il padre Mourinho. Arriva al parco e divide i bimbi come Mosè le acque. Poi scatta la partita e lui ci crede tantissimo: espelle, motiva, insulta le mamme, sputa per terra e, se lo fai incazzare, va via portandosi dietro la palla.

Il padre giapponese. La sua presenza al parco è così rara che ogni cosa va immortalata. Fa foto come se piovesse, d’altronde non si è mai visto un bimbo sull’altalena.

Il padre meetic o altrimenti detto Marta Flavi. “Hai visto che bella bimba? Chiedile come si chiama”, “ma quello non è un tuo compagno di classe? No? Vabbè ma sembra simpatico, vai a giocare con lui…”.

Il padre palo. Egli si muove solo in compagnia della moglie. La mamma gioca con il figlio e lui rimane fermo, a distanza di sicurezza, sempre dieci passi indietro. Alcuni bimbi, ingannati dalla sua imperturbabilità, lo usano come pertica.

Il padre “ti prometto un milione di posti di lavoro”. Quello che per non far fare i capricci al figlio gli promette mari e monti: giochi, patatine, cocacola, Gardaland, una notte con Violetta.

Il padre tassonomico (altrimenti detto l’ingegnere). Gli hanno detto che ai figli va spiegato tutto, usando una terminologia appropriata. “Vedi lo scivolo funziona secondo la legge dei piani inclinati”, “non stare troppo vicino al fulcro dell’altalena”, “gioca solo sul tartan”.

L’iPadre. Sempre attaccato al suo iPhone, il figlio lui lo guarda solo attraverso gli occhi di Instagram.

Il padre torna a casa lassie. Lascia il figlio scorrazzare allo stato brado, tanto conosce la strada di casa.


LA MAMMA

La mamma-medicina. La Dottor House. E’ il terrore di qualunque pediatra. La mamma medicina parla come un bugiardino, per lei non esistono bambini, ma solo incubatori di virus. Non esistono arrossamenti ma solo rash esantematici. Non concepisce un colpo di tosse ma solo una possibile broncopneupatia, perché il suo bimbo non tossisce… ma expectora. La Dottor House si aggira per nidi, asili e giardini instillando il dubbio nelle altre madri, perché lei è la cura. Ma è soprattutto il male.

La mamma-dams. La dottor Muciaccia. Visionaria e all’avanguardia, è la mamma Art Attack. La creatività è tutto e in tutto. La pioggia è l’incanto del mago Piscione, il vento è la loffa del gigante Flatulente. Le foglie sono le ali degli alberi, gli alberi sono i pilastri che reggono il cielo, il cielo è il cesso del mago Piscione. E via così. La mamma dams non guida la macchina ma la bicicletta di ET. I suoi figli non indossano felpe e tute ma indumenti di carta crespa. Non vive in un appartamento, ma in una casa di pasta di pane nel fantabosco fantapignoso.

 La mamma-ingegneria. La Dottor Spock. Dalla nascita registra tutto. Poppate, evacuazioni, spostamenti, nanne, numero di passi. Normalizza i dati su modelli previsionali utili a programmare il futuro del bambino, quando avrà fame, sete, sonno, stimoli intestinali. Redige statistiche settimanali che raccoglie in un libro di bordo digitale su excel e pubblica grafici e tabelle pivot da far girare tra le colleghe. Perché la mamma ingegnere non ha amiche, ma colleghe di corso (preparto).

 La mamma-psicologia.  La Dottor Stranamore. La comunicazione prima di tutto, il bimbo deve esprimersi, e non importa se trasforma la casa in una puntata di Extreme makeover home edition, prima del makeover. E non importa se gira la testa al contrario urlando “tua madre fa pompini all’inferno” e vomitando verde. E’ tutta sana espressione del Sé. Un Sé senza ma. La mamma Dottor Stranamore ascolta e comprende quel che il figlio ha da dirle. E quel che il figlio ha da dirle è: vaffanculo.


il mamasutra RISPOSTA METODO ESTIVILL

 il Mamasutra.

Posizione dell’aratro. Il soggetto si addormenta rigorosamente e solo nel passeggino in movimento? La madre ara tutto il pavimento di casa, avanti e indietro, fino a creare solchi sufficientemente profondi per la semina.

Posizione dello scroscio infinito o  cascate del Niagara. La mamma produce un crescendo di Shhhhhhh Shhhhhh Shhhhhhh sempre più intensi e ravvicininati direttamente nell’orecchio del piccolo. A volte il soggetto, sballottolato e completamente sordo, cede e si addormenta. Molto più spesso a cedere è la vescica devastata della mamma.

Posizione La notte è piccola per noi anche detta della contorsionista nella valigia. La mamma, convinta da testi di studiosi emeriti a non accogliere il soggetto nel lettone, si infila con lui nella culla.

La Estivill. Mamma e figlio dormono avvinti come l’edera sul divano, al calore di Fate la Nanna che scoppietta nel camino.

Il feticista in erba. Il soggetto è miracolosamente sdraiato nel suo lettino confortato dall’odore della sua mamma. La culla, infatti, viene completamente foderata di vestiti usati dalla genitrice. Più il soggetto è refrattario ad addormentarsi più si consiglia una maggior stagionatura dei suddetti abiti.

Il salto della quaglia. il soggetto si addormenta solo schakerato ritmicamente? La mamma disegna con i gessetti la settimana (o campana) sul parquet dell’ingresso e ci gioca da sola saltellando con il piccolo in braccio.

La ufficiale, gentildonna. Si lascia piangere il soggetto tre secondi nella propria culla, poi si arriva in camera da letto e lo si porta via prendendolo in braccio manco fosse Debra Winger.

La già citata dervisho rotante: la mamma ruota su se stessa con il soggetto in braccio creando nel piccolo un vortice  stordimento più vicino alla trance che alla nanna.

La più calda delle posizioni Mamasutra (anche detta: Mamasuda) il tornado caldo: la mamma con una mano culla il bambino e con l’altra tiene un phon con cui scalda i piedini del piccolo. Sconsigliata nella stagione estiva.

Il canto del cigno. La madre, bimbo in braccio, canta fino alla dipartita della medesima tutte le canzoni che conosce. Iniziando con Lady Oscar e terminando con Osteria numero venti, se la figa avesse i denti.


LE MAMME AI GIARDINI :


La mamma 1 su mille ce la fa. E’ la mamma che si siede sulla panchina e si disinteressa totalmente ai figli. Fuma, guarda il cellulare, si rifà il trucco, baccaglia i padri raminghi, legge La recherche, si scaccola… qualsiasi cosa pur di dimenticare di aver procreato.

La madre Teresa. Se i figli della mamma 1 su mille tornano vivi dal parco è solo grazie a lei. La Madre Teresa, nella sua infinita misericordia, prende in consegna le altrui nidiate e si aggira per il parco saltellando come Mary Poppins in acido.

La mamma lupa. Anche detta l’allattatrice. Di solito corre dietro al figlio indemoniato di tre anni, mentre il secondogenito puppa attaccato al capezzolo tipo free climber.

La mamma Nostradamus. E’ quella che lancia anatemi a raffica: “Non correre, vedrai che cadi!”, “Non sudare, vedrai che ti ammali!”, “Non bere troppo velocemente, ti viene una congestione!”.

La madre Gianni Morandi. La cacca del proprio figlio prima di tutto! Ne parla costantemente, elencando frequenza, consistenza e colore dell’evacuazione. Se il bambino è in fase svezzamento da pannolino, ripete in loop “devi fare la cacca? No? Sei sicuro? Sento una puzzina…”. Qualora la risposta sia sì, ogni luogo è buono per ospitare il frutto del royal culetto, anche la borsa di Gucci della mamma 1 su mille ce la fa.

La madre Coraggio. Si aggira struccata, sfatta e in “ciavvatte”. Lo sguardo perso nel vuoto alla ricerca del figlio e della perduta voglia di vivere.

La mamma Ebe. Carismatica e rassicurante come la santona di Carpineta, la mamma Ebe dispensa consigli su salute, educazione e benessere degli altrui bambini. Dubito che la mamma Ebe ne abbia di suoi.

La mamma quiz. O anche detta mamma a risposta multipla. E’ quella che, mentre il figlio gioca tranquillo con la palla, propone  altre 6 attività: gelato, giostra dei cavallini, altalena, scivolo, andare a casa, andare a comprare laqualunque. La mamma quiz cresce figli schizoidi.

La mamma Furia Cieca o anche madre Gazzella. Ogni mattina a Torino una mamma si sveglia e sa che dovrà correre… e corre corre, si affanna, sempre in ritardo sui tempi, sul pranzo e la cena, sul sonnellino, sul bagnetto, sulla materna, sulla piscina. Questa Bolt del parchetto cresce rigorosamente figli Forrest Gump.

La mamma Mister Wolf. Iper organizzata, iper efficiente, ha una borsa concepita come una tabella di excel. Dentro ci trovi di tutto, anche l’olio per ovviare al fastidioso cigolio dell’altalena.

Le mamme a grappolo. Si sono conosciute al parco e si muovono in branco, parlando esclusivamente dei loro delfini. Spesso organizzano “bicchierate”, “pizzate tra mamme”, “apericena” rigorosamente senza i loro “cuccioli”. Si presentano a grappoli, esattamente come le emorroidi.


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